Ecco alcuni dei passaggi più interessanti dell’intervista rilasciata da Sergio Pellissier a ilposticipo.it.
Lei aveva un mito da ragazzo?
“Mi piaceva Roberto Baggio perché era un campione discreto. Poi è uno che ha fatto qualcosina nella sua carriera”.
Il 5 aprile 2009 lei ha segnato una tripletta alla Juve di Ranieri: è stato il suo giorno più bello?
“Uno dei giorni più belli. Mi mancava la Juve: era l’unica squadra a cui non avevo ancora segnato. Quando ho fatto il primo gol a Buffon mi sono tolto un peso, non sapevo che ne avrei fatti altri due. È stata una giornata indimenticabile. È un ricordo che mi rimarrà per sempre. Non credo che tanti giocatori siano riusciti a fare tre gol a Torino alla Juve in un giorno solo. Poi contro Buffon, uno dei portieri più forti al mondo”.
Qual è stato il suo partner d’attacco ideale?
“Avevo legato con Tiribocchi e Amauri: eravamo amici fuori dal campo, stavamo sempre insieme. Eravamo molto legati anche se in campo non c’era spazio per tutti: giocavano due su tre, a volte addirittura uno solo”.
Lei ha giocato per quasi tutta la sua carriera col numero 31: perché lo ha scelto?
“Al mio arrivo al Chievo dalla Spal volevo avere l’11, ma era all’asta e c’erano già due giocatori interessati. Ho lasciato perdere e ho preso il 21. Poi è arrivato Bierhoff che a quel numero era molto legato: col 21 aveva vinto gli Europei facendo doppietta in finale. Gliel’ho ceduto. Così sono andato sul 31: all’epoca erano gli anni di mia moglie. Io sono un abitudinario, me lo sono sempre tenuto ed è diventato il mio cavallo di battaglia. A volte ero riconosciuto come il 31 e non come Pellissier”.
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