La nostra redazione ha contattato in esclusiva Walter Curti, bandiera del Chievo per otto stagioni negli anni ’90. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate a Chievo1929.it.

1) Ciao Walter, hai vissuto “una vita” al Chievo da giocatore negli anni della scalata verso la Serie A. Ci racconti la squadra di quel tempo?

Il mio Chievo era una squadra costruita sapientemente, un gruppo storico nel quale ogni anno venivano inseriti uno o due giocatori funzionali al gruppo. In questo modo si è creato un nucleo importante che poi è proseguito negli anni ed è arrivato a fare quello che abbiamo fatto.

2) Negli anni della C2, C1, B, potevate immaginare che nel giro di poco tempo una realtà così piccola avrebbe scritto la storia del calcio?

Io ho fatto due promozioni in serie C e quando siamo arrivati in B ci siamo resi conto che potevamo starci, è stata una crescita continua. C’erano tutte le premesse affinché le cose andassero così perché dici: la società aveva lavorato bene fino a quel momento, Sartori faceva già intravedere quello che poi oggi è diventato, c’era stato l’avvento di Malesani che aveva portato un quid in più, quindi si, potevamo immaginarlo. Poi ovviamente arrivi in serie A e ti accorgi che è un altro mondo, ma lì sono stati straordinari a mantenere la categoria più che arrivarci, perché l’annata che va tutto bene può capitare a chiunque. Quando sei tra i migliori devi dimostrare di poterci stare e il Chievo l’ha fatto: sono stati straordinari per quasi 20 anni.

3) Torniamo a te, il gol più importante e quello che ricordi con più piacere?

Il gol più importante è stato il rigore della salvezza nel primo anno di C1; ci siamo giocati la salvezza all’ultima di campionato con il Pavia. Era stata un’annata storta, la società doveva intervenire e l’ha fatto, ha mandato via l’allenatore, ha preso decisioni diverse e Sartori ha iniziato ad avere più potere. Quindi quel gol è stato sicuramente il più decisivo della mia avventura a Verona. Quello che ricordo con più piacere invece è stato in serie B ad Acireale, anche se io ero uno più da assist.

4) Come hai seguito il Chievo durante i suoi anni d’oro nella massima serie?

Dopo aver finito la carriera a Legnago, ho lavorato tre stagioni per il Chievo come osservatore, proprio negli anni in cui siamo stati promossi in serie A. Li ho vissuti quindi dall’interno dello spogliatoio e della società.

5) Veniamo al presente: cosa manca a questo Chievo per tornare in Serie A?

Quest’anno c’è una buona squadra, giocano bene ed è piacevole vederli, cercano sempre il comando del gioco e potenzialmente possono andare in Serie A. Nella rosa probabilmente un attaccante già pronto lo vedrei bene, un attaccante che ti mantenga 15-18 gol sarebbe la ciliegina sulla torta di una squadra comunque già buona, dove si vede la mano dell’allenatore. Ripeto, la guardo volentieri in tv perché giocano bene e sono propositivi.

Grazie Walter, per concludere un saluto ai nostri visitatori e tifosi del Chievo.

Certo, un saluto speciale a tutti i visitatori del sito chievo1929.it e ai tifosi clivensi, sempre forza Chievo!

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