L’ex freccia brasiliana Luciano intervistato dal quotidiano L’Arena parla del Chievo tra passato, presente e futuro.

Sul suo futuro.

“Vado in Brasile per stare vicino alla famiglia, ma anche perchè vogliamo iniziare ad allenare. Il rammarico è di non averlo fatto qui al Chievo. Voglio partire dai giovani, darmi questa possibilità”.

Sul Chievo.

“Sarà la grande sorpresa dei playoff. Ha l’allenatore giusto e gli uomini giusti. Poche volte ho visto il Chievo andare in difficoltà sul piano del gioco contro gli avversari. È successo con Empoli, Spal e Lecce”.

Cosa manca ancora per la A?

“Un bomber da 15 reti a stagione. Fino agli ultimi venti metri il Chievo ha tutto quello che serve. Poi inizia a faticare”.

L’uomo al quale non rinunciare?

“Garritano. Mi rivedo in lui. Non rinuncia mai a puntare l’uomo. Spesso lo salta. Servono giocatori così. Anche Semper, però, ha avuto una grande crescita. Importante avere un portiere che ti dà sicurezza”.

Il simbolo oggi chi è?

“Obi. Uno che se non c’è, avverti tantissimo la sua mancanza. Porta tutta la sua esperienza. Di uno così non si può farne a meno”.

Aglietti?

“Il mister è entrato nei meccanismi del Chievo. La passata stagione ha portato la squadra a sfiorare la promozione. Aglietti ha dato gioco. Propone un calcio bello da vedere. Interessante”.

La nostalgia in un ricordo?

“La notte di San Siro, la nostra vittoria contro l’Inter di Vieri, Ronaldo, Recoba, Zanetti. Quel giorno mi hanno scelto come miglior giocatore della partita. Quel giorno abbiamo fatto la storia. Anzi, siamo entrati nella storia. E certe cose sono destinate a restare per sempre”.

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foto: sport.sky.it

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