Ecco la terza ed ultima parte dell’intervista esclusiva rilasciata dall’ex gialloblu Nicolas Frey alla nostra Redazione.

Ti piacerebbe un giorno riavvicinarti al Chievo?

“Era una cosa che mi sarebbe piaciuta all’epoca, poi ci sono stati dei cambiamenti, tanti fattori, che non l’hanno reso possibile. Oggi come oggi sto bene lontano dal calcio perché devo ancora digerire un po’ tutto, la delusione è stata tanta. Però un domani non chiudo le porte a niente e nessuno, potrebbe essere una buona idea. Non è detto poi che un calciatore faccia bene anche da dirigente, però il calcio è stata la mia vita per vent’anni. Il fuoco dentro rimarrà per sempre”.

Chi è il giovane che ti ha impressionato di più a Veronello?

“Il calciatore che ho visto con più qualità in assoluto è Emanuel Vignato, già da quando aveva 15 anni si allenava con noi. Ci lasciava a bocca aperta, a me, Dainelli e Gamberini, non riuscivamo mai a prenderlo, già a quell’età. Sono molto contento di quello che sta facendo, è un ragazzo che se lo merita. Tutti dicevano che il fratello Samuele è ancora più forte, quindi sono molto curioso. Ne ho visti tanti crescere: De Paoli, Bertagnoli, Zuelli che ha una grande umiltà e dedizione al lavoro. Poi c’è un giocatore che ha fatto una piccola parentesi qui negativa ma ora è in Champions. Paredes aveva fatto forse una partita, ora è al Psg. Si vedevano le qualità, però sono dei momenti, aveva bisogno di crescere”.

A proposito di giovani, nella Primavera c’è tuo nipote Daniel. Pensi che possa diventare un giocatore da Chievo seguendo le tue orme?

“Un allenatore un giorno mi disse: mai parlare bene o puntare su un giocatore, perché gli fai la croce. Però mio nipote ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo calciatore, gli auguro di togliersi tante soddisfazioni in carriera. Sicuramente deve crescere ancora, è un lungo percorso in cui servono sacrifici e la testa a posto, più un pizzico di fortuna, ma le carte ce le ha in regola.

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