Sergio Pellissier è intervenuto in esclusiva ai microfoni di 90min.com. Lunga intervista in cui ripercorre le tappe della sua carriera. Ecco un estratto.

Pellissier comincia svelando il segreto del miracolo Chievo: “Diciamo che il Chievo era fatto prima di tutto di uomini e poi di giocatori. Era un gruppo di professionisti che tenevano moltissimo a quello che facevano. Ci tenevamo a non far brutta figura e volevamo onorare la maglia. Eravamo una famiglia in cui si stava talmente bene e quando ti senti a casa, riesci a dar di più di quello che magari daresti in un altro contesto.”

Parla poi della sua scelta di smettere: “Ho scelto di smettere perché mi sembrava giusto smettere in quel momento. Ho sempre pensato che avrei deciso io quando smettere e non quando qualcuno mi voleva far smettere a tutti i costi e per fortuna ci sono riuscito. È stata una questione di scelte. Il Chievo era arrivato ad un’altra retrocessione ed era un periodo di cambiamenti. Ero convinto che quella fosse la fine di un ciclo e si dovesse iniziare un nuovo percorso.”

Le occasioni per andare via ci sono state: “Mi hanno cercato più di una volta. Pochissime squadre sono venute da me direttamente. Sono passati quasi tutti dal Chievo e io l’ho scoperto solo successivamente. Le situazioni più concrete sono state 2: il Parma, dopo la prima retrocessione con il Chievo si fece sotto con Leonardi che mi voleva, però la società non mi lasciò andare e io sono ripartito dalla Serie B con il Chievo, diventandone il capitano. Poi nell’estate del 2009, dopo che avevo disputato una grande stagione ci fu un serio interessamento del Napoli, che arrivò ad offrirmi un contratto, dopo aver fatto un’offerta importantissima al Chievo che anche in quel caso rifiutò. Io rispettai la scelta della società senza discutere e fare guerre”.

Alla domanda se gli manca il calcio, lui risponde così: “A me manca il mio calcio, non questo moderno in cui si parte dal portiere, si deve passare per i difensori e in porta non si arriva mai. Così non mi diverto. Per me che ero un attaccante, le occasioni erano tutto, giocare per non fare neanche un tiro a partita non ha senso”.

fonte intervista: 90min.com

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