Il giovane Pinilla venne girato nel 2003 dall’Inter in prestito al Chievo. Ma con Del Neri non lasciò il segno.

Mauricio Pinilla molti se lo ricorderanno per le sue incredibilli rovesciate con la maglia di Cagliari, Genova e Atalanta. Un vero e proprio marchio di fabbrica quei gol in acrobazia o, in gergo sudamericano, in chilena.

In pochi sapranno però che Pinilla, ribattezzato in patria ‘Pinigol’ per le reti pesanti e spesso di pregevole fattura, ha avuto un trascorso non molto fortunato anche al Chievo.

Facciamo un passo indietro. L’esplosione a livello internazionale arriva con il Cile al Sudamericano sub 17 del 2001. Nonostante l’eliminazione della sua nazionale come ultima nel girone, Pinilla segna 5 goal in 3 partite e si piazza al 2° posto nella classifica marcatori del torneo. Passato con i grandi nel 2002, realizza 20 goal in 2 stagioni e i top club europei iniziano a interessarsi a lui.

Ivan Zamorano, uno dei cileni più forti della storia, porta Pinilla in Italia e, essendo quasi un suo pupillo, gli fa ottenere subito un ingaggio dall’Inter, che lo acquista per oltre 2 milioni e mezzo di euro dopo alcuni provini. Pinilla è però chiuso in quel momento in nerazzurro da un parco attaccanti piuttosto ampio che vede davanti a lui i vari Vieri, Recoba, Kallon e Julio Cruz, e di lì a poco pure Adriano.

Per il diciannovenne Pinilla non rimane insomma che andare a fare esperienza in prestito. A Branca, direttore tecnico interista, arrivano le proposte di Udinese, Brescia e Chievo, e sono proprio i clivensi, attraverso Giovanni Sartori, ad assicurarsi il cileno. Il tecnico Luigi Del Neri tuttavia gli concede poco spazio e alla fine della stagione sono appena 6 le presenze senza goal di Pinilla al suo primo anno in Serie A. Con una clamorosa occasione sprecata con la Juve, quando solo Buffon gli negò un gol che forse avrebbe cambiato la sua storia.

Quello resterà per l’attaccante il rimpianto più grande della sua carriera, come confermerà lui stesso anni dopo a La Gazzetta dello Sport: “Se potessi tornare indietro, vorrei ritrovarmi con la testa di oggi nel 2003, quando ero appena arrivato al Chievo. La mia carriera adesso sarebbe diversa, ne sono certo. Allora Verona non mi piaceva, pensavo che non valesse neppure il sacrificio di conquistare il posto da titolare, perché tanto se le cose andavano male potevo cambiare squadra”.

La vera carriera di Pinilla ripartirà nell’estate del 2009 con l’approdo in Serie B al Grosseto allenato da Sarri, segnando 24 goal e andando in rete per 13 gare di fila. Per lui sarà l’inizio della rinascita.

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foto: agentianonimi.com

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